mercoledì 7 luglio 2010

Andare in Siberia in treno, apposta - e raccontarlo pure



Elegante nella forma (un piccolo taccuino dagli angoli arrotondati, che evoca immediatamente un moleskine), intelligentemente curioso e ironico nel contenuto, fitto di osservazioni argute, note originali e imprevedibili che solo il vero viaggiatore ha il dono di cogliere ma tra le quali trova spazio anche una sorta di incanto o stupore appassionato, che si moltiplica di fronte alla vastità degli orizzonti e che coinvolge il lettore, trascinandolo, insieme all'autore, in un viaggio straordinario.

Alessandra Galetto, L'Arena

lunedì 14 giugno 2010

Premio Alabtros 2010

Sabato 12 giugno 2010 presso il Museo Archeologico di Palestrina, durante un incontro pubblico, si è riunita la Giuria Ufficiale presieduta da Paolo Mauri e composta da Michele De Mieri, Pietro Del Soldà, Arturo Di Corinto e Igiaba Scego. Nell’occasione sono state indicate le tre opere finaliste della tredicesima edizione del Premio e Festival per la letteratura di viaggio l'albatros - città di Palestrina:

• C’era una volta il muro di Matteo Tacconi A. Castelvecchi Edizioni
• Le balene lo sanno di Pino Cacucci Feltrinelli Edizioni
• Camminare di Tomas Espedal Ponte alle Grazie Edizioni

Parallelamente ed in maniera autonoma, la Giuria degli Studenti dell'Istituto Tecnico Commerciale L. Luzzatti, dell' Istituto Professionale di Palestrina e del Liceo Classico Claudio Eliano, ha nominato tre opere finaliste:

• C’era una volta il muro di Matteo Tacconi A. Castelvecchi Edizioni
• Le balene lo sanno di Pino Cacucci Feltrinelli Edizioni
• Guerra e Guerra di Barbara Schiavulli Garzanti Edizioni

ps: complimenti ai finalisti

martedì 11 maggio 2010

Alcune recensioni su Anobii


Affresco davvero intelligente e interessante di un percorso unico ed affascinante. Mi ha fatto venire voglia di salire sul primo treno direzione Pechino, tra vodke, steppe e gente strana.
Derf

Un delizioso diario di viaggio alla scoperta della piu'lunga ferrovia del mondo, raccontato con le parole lievi, leggere ed ilari di un viaggiatore incallito.
Iside 65

più di 20 anni fa avevo una "transiberiana" della Stampa Alternativa 1000Lire, chissà che fine ha fatto, perso nei vari traslochi, e che nemmeno trovo più nell'archivio di Stampa Alternativa.
Questo approccio è un pochino diverso, c'è sempre l'occhio curioso sulle persone, usi e costumi, qualche piccolo approfondimento su un paio di personaggi o luoghi, però.....quello delle ed.1000Lire mi era piaciuto di più, potrebbe anche essere un problema di età.
Resta comunque un libro piacevole, da leggere in 3 ore sul treno, astraendosi un pò, e ritrovandosi in un treno exUrss, con quell'aria squallida, oltremodo trascurata, certo dal finestrino niente steppe o deserto del Gobi, ma già verso Rosignano, o l'interporto livornese, quel non so che di postindustriale, fasti tecnologici di altri tempi, dà un sapore di compromissione ambientale che regge il paragone.
Molto accattivante il formato "taccuino" tipico di queste edizioni.
Ssabbiaa

bello, ma mi ha lasciato un po' di amaro in bocca.. forse perchè ha usato troppo sarcasmo del descrivere alcuni luoghi che prima o poi vorrei visitare anch'io!
sarebbe da rileggerlo dopo esserci stato
Condorking

giovedì 6 maggio 2010

Premio Albatros

I quindici (pre) finalisti

1) Che cosa ti sei perso Alessandro Dal Cin Lupo Editore
2) Guerra e guerra Barbara Schiavulli Garzanti
3) Ti chiedo ancora 900 miglia Brunello Vandano Bompiani
4) Le due primavere della Bretagna Fabio Artini Il Filo
5) Destini di frontiera Federico Fubini Laterza
6) L’odissea dello Jancris Gennaro Coretti Nutrimenti edizioni
7) Mille e una Turchia Marta Ottaviani Mursia
8) C’era una volta il muro Matteo Tacconi A.Castelvecchi edizioni
9) Nel mezzo del cammino di Santiago Natalino Russo Ediciclo
10) Nel silenzio un canto Nevio Casadio Marsilio
11) Con tutti i posti che ci sono… Paolo Cagnan / Vallecchi
12) Le Balene lo sanno Pino Cacucci Feltrinelli
13) Marco Polo non c’è mai stato Rolf Pots Ponte alle Grazie
14) I giorni del riso e della pioggia Tito Barbini / Vallecchi
15) Camminare Tomas Espedal Ponte alle Grazie

lunedì 26 aprile 2010

Io e Nicolaj


Treno 26, carrozza 13, letto 19. Mi sono svegliato presto, saranno state le sette o giù di lì. Angosciato dai mostri deformi, rinfrancato dalla scoperta che li ho solo sognati, riesco a riaddormentarmi per un po’, prima del soprassalto.
È pop melodico russo sparato a tutto volume dalla filodiffusione, o meglio dal gigantesco altoparlante nascosto dalle tendine, appena sopra la finestra. Sono le otto e un quarto e la giornata inizia bestemmiando. Mi aggrappo alla manopola, che è al massimo. Colpa mia: ieri sera devo averla girata dalla parte sbagliata, a impianto spento. Nicolaj era già sveglio e non si lamenta. Se ne sta sdraiato sul fianco destro, ogni tanto apre un occhietto e mi scruta. Sono stato fortunato: è la seconda volta che condivido una carrozza da quattro con una sola persona. Nessuno salirà da qui a Novosibirsk: ne sono quasi certo.
È un personaggio, Nicolaj. Classe 1936, fa il fisarmonicista errante. Con lui la lingua, più che ostacolo, diventa sfida e divertimento. Luda, la mia prima compagna di viaggio, sapeva l’inglese. Lui no, parla solo russo. Per capirsi bisogna ricorrere al linguaggio universale dei segni. Che poi così universale non è. Sfregare pollice e indice indica i soldi, ma mica dovunque. Scrolli la testa in segno d’assenso, e in alcuni paesi significa “no”. Al contrario, in India sembra che dicano “no” e invece quello stesso movimento significa “va bene”. E così via.
Molti non comprendono il gesticolare italiano. E allora, se non ci si intende né a parole né a gesti, che si fa? S’im-provvisa. Parlando ognuno nella propria lingua, e chissà che non ci scappi qualche possibilità d’intesa, una scintilla d’intuizione. Gesti & suoni: l’alchimia alle volte funziona. Io e Nicolaj ci intendiamo così.

sabato 20 marzo 2010

Un pomeriggio all'Archeoart

Dopo Bolzano, Trento, Padova, ora ancora Bolzano e mercoledì prossimo a Firenze con Avventure nel Mondo, aspettando Vicenza e Verona: divertente, specie se nessuno si alza e se ne va prima della fine della conferenza...

sabato 13 febbraio 2010

Vagabonding/ Libri e viaggi


MOSCA-PECHINO IN TRANSIBERIANA, MA SENZA PARTIRE

E' un attraversamento disincantato di spazi che a dispetto della globalizzazione riescono ancora a sorprendere, quello di Cagnan. Troppo fagocitato il ritmo, per concedere placide immersioni nei luoghi. Note impressionistiche, dunque, che aprono finestre su realtà e scenari lasciando intatta la curiosità di chi ne fruisce. E' anche questo un modo per fare "letteratura di viaggio", disseminando nel racconto diaristico spunti-stimolo per possibili approfondimenti. Garantendo che, comunque sia, ne vale la pena.

Roberto Duiz su Alias, supplemento del Manifesto

lunedì 25 gennaio 2010

Transiberiana: mito in valigia

Dice Tolstoj da qualche parte nell’Anna Karenina che il destino del popolo russo è quello di conquistare e civilizzare con i suoi contadini le grandi terre a Est. È il loro lontanissimo Far East, così come la conquista dell’ovest nordamericano ha determinato la storia e la cultura degli Stati uniti. Solo che, a differenza della West Coast, dove a un certo punto i cowboy si sono dovuti fermare causa oceano e adesso ci sono i Mc Donalds, i territori a sinistra di Mosca – che poi, ricordiamocelo, sono la stragrande maggioranza del paese – sono ancora di fatto, soprattutto nell’immaginario nostro e loro, terra di conquista e di mistero. Una grande macchione verde sul mappamondo. Tagliato da una linea ferroviaria-mito.

Transiberiano è il campo d’azione di Paolo Cagnan, giornalista e viaggiatore veneto (regione di esploratori) che nelle “Cronache semiserie” di Con tutti i posti che ci sono, parte sull’unica ferrovia che si vede dalla luna. Vuole scoprire cosa c’è di vero dietro i tanti miti della frontiera euroasiatica e anche, come molti noi, cosa sta succedendo nell’ex Urss, il grande mistero politico-geografico di questi anni. Il suo piccolo libro è divertente perché ispirato e ironico, pieno di dati interessanti – ad esempio quelli sull’inquinamento e la circolazione di rifiuti tossici – e perché ci racconta un turismo autarchico e in controtendenza.

Cagnan sceglie volutamente di viaggiare in modo lento e disagiato, non particolarmente economico. Nell’epoca in cui ogni secondo degli all inclusive è programmato, si condanna a guardare per ore lo stesso bosco scorrente di betulle, se non addirittura lo stesso cartello in cirillico, fermo in una stazione per l’ennesimo controllo di confine. E se in altri più coreografici continenti anche i paesaggi si valutano in euro lui snobba hotel e centri storici e va dormire nei B&b – o con lo scambio-caso – nelle periferie. È così che si incontrano i russi di oggi. I russi che in treno mangiano e bevono, ridono e fanno la doccia.

Con pazienza e grande apertura mentale, Cagnan smonta attraversando la Comunità degli stati indipendenti e poi la Mongolia stereotipi e sentito dire. Vince perfino il tic snobista di tanti scrittori-viaggiatori, e arriva a sopportare l’idea di non essere l’unico a viaggiare così, accettando che i viaggiatori transiberiani siano oggi una piccola tribù, in parte italiana. Gente che il gran viaggio lo fa da giovane e alternativa o da neopensionato iperattivo, o come coronamento del sogno di una vita. Un po’ ne conoscerete anche attraverso il blog dell’autore o attraverso piccoli tour operator specializzati come metamondo o Transib. Un libro perfetto anche per conoscere la collana Vallecchi Off the road. Fra i cui titoli mi stuzzicano anche L'Atlante americano di Giuseppe Antonio Borgese e il Viaggio in Etiopia e altri scritti africani di Malaparte/La Foglia…

Gianfranco Raffaelli, Viaggi di Carta
Corriere della Sera

http://viaggidicarta.viaggi.corriere.it/